Il Maestro Sacconi
nella testimonianza del restauratore
William H. Webster


Old Tappan, New Jersey, USA, 16 giugno 1985


Cominciai il mio apprendistato nella bottega di Rembert Wurlitzer all'inizio degli anni '70, e fu lì che conobbi il Maestro Sacconi. Prima avevo costruito chitarre per una grande ditta del New England e come apprendista avevo riparato violini in un negozio di strumenti a Boston. Da quest'ultima esperienza ricavai l'impressione che non esistesse alcuna tecnologia di riparazione e di restauro che fosse universalmente accettata, anche se nel settore c'era una speculazione occulta e poco chiara. Tale ambiguità non era accettabile per uno yankee con una mente pratica come la mia, e fu così per me una grande fortuna che un violino che avevo riparato fosse finito nelle mani di Dario D'Attili, l'allora direttore generale della prestigiosa ditta Rembert Wurlitzer di New York. Rimasi stupito ed esaltato dall'offerta di fare il mio apprendistato nella bottega con il grande Sacconi, che era enormemente riverito dai riparatori di più grande esperienza che conoscevo.

Nella bottega di Wurlitzer osservai direttamente gli straordinari metodi di Sacconi, poiché lavoravo tra artigiani che, senza eccezione, riuscivano a fare restauri e riparazioni di incredibile bellezza e precisione. Sacconi era un uomo che aveva riconosciuto la verità nelle cose semplici, perché aveva ammirato e capito non solo la favolosa arte dei liutai classici, ma anche i principi irrevocabili che sono alla base della forma e della struttura degli strumenti pregiati.

Sacconi poi sfidò la resistenza dei materiali, la corrosività del tempo e i limiti della Natura stessa per riportare questi strumenti alla loro esistenza originaria. La cosa più importante era che aveva fatto tutto questo coscientemente e metodicamente, così da poter mettere per iscritto le sue scoperte e comunicarle al mondo. Il vero genio di Sacconi è nell'aver reso espliciti e comprensibili agli altri artigiani e artisti i metodi sublimi e misteriosi dei liutai classici.

Quando entrai da Rembert Wurlitzer, Hans J. Nebel dirigeva la bottega e fu lui che mi trasmise gli insegnamenti di Sacconi. Il Maestro stesso lavorava lì soltanto poche ore alla settimana, tuttavia il suo spirito e la sua guida erano con noi ogni momento attraverso la nostra applicazione dei suoi metodi. Così come, a tanti anni di distanza, sento ancora la sua presenza quando lavoro nella mia bottega. Infatti, c'è qualcosa del pensiero e dello spirito di Sacconi in ogni strumento sul quale abbiano mai lavorato il Maestro e i suoi allievi, e continuerà a essere così se seguiremo i suoi insegnamenti. Le verità scoperte e diffuse durano per sempre.

Old Tappan, New Jersey, USA, 16 giugno 1985

Tratto dal libro: «Dalla liuteria alla musica: l’opera di Simone Fernando Sacconi», presentato il 17 dicembre 1985 alla Library of Congress di Washington, D.C. (Cremona, ACLAP, prima edizione 1985, seconda edizione 1986, pag. 169 - Italian / English).